Berliner Tageblatt - Indicazione di origine geografica anche per i baby food

Indicazione di origine geografica anche per i baby food
Indicazione di origine geografica anche per i baby food

Indicazione di origine geografica anche per i baby food

I pediatri italiani firmano proposta di legge europea Coldiretti

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Si allarga l'alleanza a supporto della filiera italiana quale garanzia di qualità e di sicurezza, soprattutto a tutela della salute dei bambini dai 0 ai 3 anni. La Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) ha firmato stamattina, a fianco di Codiretti, Filiera Italia e Plasmon, la proposta di legge europea di iniziativa popolare per ribadire il diritto dei consumatori di conoscere e riconoscere il cibo made in Italy anche per i baby food, con l'obbligo dell'indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti in commercio. L'obiettivo è raccogliere un milione di firme. "L'alimentazione dei bambini nei primi mille giorni pesa sulla salute della vita intera. Per questo - spiega il presidente della Fimp Antonio D'Avino - abbiamo deciso di sostenere l'iniziativa legislativa di Coldiretti: non solo aderendo come Federazione, ma anche raccogliendo firme negli ambulatori di tantissimi pediatri di famiglia italiani". Una questione soprattutto di salute, come ha riferito Ruggiero Francavilla, ordinario di pediatria presso il Dipartimento Interdisciplinare di Medicina (Dim) e responsabile dell'Unità Operativa semplice di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica presso l'Azienda Universitaria Ospedaliera del Policlinico di Bari - Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII: "Nei primi mille giorni di vita, il bambino non deve essere considerato alla stregua di un piccolo adulto. In quella fascia d'età, per peso corporeo e per funzionalità di alcuni organi, il piccolo è incapace di metabolizzare le quantità di contaminanti presenti nel cibo destinato agli adulti. Di qui l'importanza di prediligere i prodotti etichettati come baby food, perché rispondenti a standard di sicurezza e di qualità massimamente stringenti, ai quali non rispondono, ad esempio, i cibi biologici, pensati e testati per gli adulti. Da questo punto di vista - conclude Francavilla - il nostro Paese è dotato di una normativa fra le più rigorose a livello mondiale, consentendoci di affermare che gli alimenti per l'infanzia provenienti dalla filiera agroalimentare italiana garantiscono i più alti livelli di sicurezza". Soddisfazione anche da parte del presidente Coldiretti, Ettore Prandini: "Per il cibo destinato ai bambini da 0 a 3 anni, origine italiana significa non solo più qualità, ma anche più sicurezza. L' adesione dei pediatri alla proposta di legge europea contribuisce a definirne i contorni e la portata, chiarendo che il diritto di conoscere le materie prime che mettiamo nel piatto non protegge soltanto l'avvenire dei nostri agricoltori, ma anche la salute dei nostri figli".

K.Thomson--BTB