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Sindacati, fuga dei medici dal Ssn è ormai un'emergenza
Cimo-Fesmed, soluzione non è "incremento di competenze"
"La fuga dei medici dagli ospedali pubblici è oramai un'emergenza. In sei anni, il numero di medici che si sono dimessi dal servizio sanitario nazionale è triplicato: nel 2016 erano 1.564, nel 2022 4.349. Ed è estremamente probabile che negli ultimi due anni tale numero sia ulteriormente cresciuto". È quanto afferma in una nota il presidente della Federazione Cimo-Fesmed, Guido Quici. "Come ripetiamo spesso, il servizio sanitario nazionale non è più attrattivo. E il problema non riguarda solo i medici, ma anche gli infermieri", aggiunge Quici. "Condividiamo l'analisi delle cause di tale emergenza illustrata dal Ministero, che spazia dal fattore retributivo alla responsabilità professionale; tuttavia, nutriamo seri dubbi su alcune delle proposte presentate per risolvere la situazione", aggiunge. In particolare, l'esponente Cimo-Fesmed, dissente "sulla proposta di sviluppare forme di task shifting, che non consentirebbero né di superare il grave problema di carenza di professionisti e di attrattività del Ssn, né di garantire la sicurezza delle cure per i cittadini". "L'incremento di competenze e responsabilità - prosegue Quici - difficilmente renderà più appetibili alcune professioni sanitarie, a fronte del medesimo trattamento economico e delle stesse condizioni di lavoro sofferte oggi. In un contesto di grave carenza di personale, aumentare le competenze senza l'adeguamento dell'organico non può che essere un boomerang, che non risolverebbe il problema ma anzi lo amplierebbe, rendendo ancora meno attrattivo il lavoro in ospedale", conclude.
G.Schulte--BTB