Berliner Tageblatt - Anoressia, miglior recupero con cure personalizzate

Anoressia, miglior recupero con cure personalizzate

Anoressia, miglior recupero con cure personalizzate

Studio, ciascun paziente ha bisogni specifici in ogni fase

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Per le persone che soffrono di anoressia, un percorso di riabilitazione nutrizionale personalizzato, che tenga conto non solo dell'apporto calorico, finalizzato all'immediato recupero del peso, ma anche della composizione dei nutrienti - per esempio della quantità e tipologia di proteine assunte - è quello che garantisce un recupero migliore e duraturo. È quanto emerge da uno studio condotto dal Centro per la cura dei disturbi alimentari di Villa Miralago di Varese e dall'Università di Milano e pubblicato sulla rivista Nutrients. "L'anoressia nervosa è un grave disturbo psichiatrico caratterizzato da profondi deficit nutrizionali e alterazioni significative nella composizione corporea, nell'integrità cellulare e nell'idratazione", spiega la prima firmataria dello studio Eugenia Dozio, responsabile nutrizione di Villa Miralago. In Italia si stima colpisca tra lo 0,2 e lo 0,8 per cento della popolazione, con una netta prevalenza delle donne. Lo studio ha coinvolto 79 pazienti con diagnosi di anoressia nervosa, ricoverati per un periodo di almeno sei mesi presso Villa Miralago. Ci siamo concentrati "sull'analisi dell'interazione tra apporto calorico e proteico nel tempo, con l'obiettivo di identificare marcatori predittivi di un recupero ottimale e guidare interventi nutrizionali su misura", continua Dozio. La ricerca ha scoperto che apporto calorico e proteico rispondono a bisogni diverse nel recupero. "L'apporto calorico ha influenzato prevalentemente il recupero precoce della massa grassa, mentre l'assunzione proteica è risultata cruciale per preservare la massa magra e favorire la rigenerazione cellulare", illustra Ileana Terruzzi, professore associato in scienza dell'alimentazione dell'Università degli Studi di Milano. La ricerca indica "che non esiste una strategia nutrizionale unica e statica, ma che il percorso deve essere adattato progressivamente", aggiunge Terruzzi. "Questo studio sottolinea l'importanza di strategie nutrizionali flessibili e adattive, in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ogni paziente nelle diverse fasi del recupero", conclude.

G.Schulte--BTB