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Gravina 'io via? Non decide politica'. E blinda Spalletti
Il presidente Figc: 'non ha senso interrompere progetto lungo'
(dell'inviato Vincenzo Piegari) La politica da una parte e il calcio dall'altra. Nel day-after dell'Italia del calcio, il presidente della Figc Gabriele Gravina ribadisce dalla Germania, prima del rientro a casa, l'autonomia del sistema che dirige rispetto a prese di posizione della politica che puntano a condizionare le scelte sul mondo del pallone. "Accetto critiche costruttive, ma la politica non può chiedere dimissioni. Non ho la cultura di scappare o fuggire davanti a grandi responsabilità che mi riguardano - ha detto il numero uno federale - vanno distinte le responsabilità politiche da quelle tecniche, altrimenti corriamo il rischio di attaccare la parte tecnica per andare a finire in quella politica. Cerchiamo di dividere le due posizioni e ancoriamoci al senso di responsabilità". Gravina riapre anche il discorso sul sistema riaccendendo la miccia della polemica col vice presidente della Camera Giorgio Mulè: "E mentre tutti stiamo cercando di rilanciare il calcio italiano come sistema poi leggo che improvvisamente di notte viene approvato un emendamento di un deputato di Forza Italia che rivendica l'autonomia assoluta di una componente rispetto a tutto l'altro sistema con una organizzazione autonoma. Allora - indica il n.1 della Figc - ragioniamo da sistema sempre e non solo nell'individuare singole responsabilità in capo ad un soggetto quando quelle responsabilità in fondo sono di sistema, nell'incapacità delle singole componenti di essere sistema e di pensare ad uno sviluppo che è solo molecolare". Dopo aver difeso la sua posizione a capo della Federcalcio, Gravina blinda Luciano Spalletti e il suo percorso alla guida della Nazionale di calcio. "Il progetto è triennale - sottolinea - è centrale un allenatore subentrato a 10 gare, con scarsa possibilità di avere sempre a disposizione i calciatori, in un panorama che prevede poco più di 100 selezionabili per la nazionale. Oggi emerge a livello internazionale la necessità di ridurre quanto più possibile lo spazio delle nazionali, questo è l'amore che si ha per la Nazionale. Spalletti ha la nostra fiducia, deve lavorare. Fra 60 giorni inizia un nuovo appuntamento, non possiamo pensare che in due mesi improvvisamente in Italia fioriscano i Mbappè, i Ronaldo e i Messi. Bisogna applicare la politica della valorizzazione del talento". Quindi il presidente della Figc traccia la strada per un cambio di rotta nella valorizzazione dei giovani: "Tutte le nostre rappresentative giovanili sono qualificate alla fase finale, siamo gli unici in Europa. L'U17 ha vinto quest'anno il titolo continentale. Non possiamo pensare di poter vincere l'Europeo con ragazzi che hanno dimostrato grandi qualità tecniche e grande attaccamento, ma con zero presenze. Faremo delle riflessioni che porteremo al Consiglio Federale e questo sarà il nostro impegno maggiore". E a proposito delle critiche ricevute nelle ultime ore aggiunge: "Feriscono tutti ma bisogna avere la capacità di prendere spunto dalle critiche per poter migliorare. Fa parte del ruolo. Le critiche costruttive, legittimate anche da elementi fondati, credo che bisogna prenderle in considerazione, a differenza di quelle strumentali che arrivano a chiedere una richiesta di dimissioni. Non esiste nell'idea di governance federale l'idea che qualcuno dall'esterno possa pretendere le dimissioni", dice replicando alle richieste politiche, ma non solo. L'unico organo legittimato a decidere è infatti l'Assemblea dei delegati: "La scadenza - ricorda Gravina - è prevista a marzo 2025, le elezioni avverranno nella prima data utile ma non possono farsi prima della chiusura delle Olimpiadi. Quella è l'unica sede deputata democraticamente a scegliere la governance e sarà legittimata a fare tutte le scelte progettuali. Ricandidarmi? Per me è prematuro parlarne oggi, credo sia giusto comunque un confronto aperto per verificare la possibilità se è un percorso che può essere continuato o va interrotto".
I.Meyer--BTB