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Ciclismo: addio Van Looy, fenomeno prima del 'Cannibale'
Prima di Merckx c'era lui, vinse Mondiali e tutte le classiche
(di Alessandro Castellani) E' stato l'icona del ciclismo belga prima dell'avvento di Eddy Merckx, del quale fu poi rivale al punto da lasciare la Faema quando questa squadra ingaggiò il 'Cannibale' che poi avrebbe vinto tutto. Ma Rik Van Looy, morto la notte scorsa all'età di 90 anni, non era da meno, anche se per via della sua stazza non avrebbe mai potuto vincere un grande giro (ma, a conferma della sua classe, nel 1959 chiuse al quarto posto il Giro e al terzo nella Vuelta). Ma è stato lui, l' 'Imperatore di Herentals' (dove, per onorarlo, c'è una sua statua di bronzo alta tre metri) il primo a vincere tutte e cinque le 'classiche 'monumento' del ciclismo: Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix (3 volte), Liegi-Bastogne-Liegi e Giro di Lombardia. Il totale dei successi in queste prove è stato di otto, che diventa di undici se vi si aggiungono le tre vittorie nella Gand-Wevelgem. Ma chi ha amato questo campione che di ciclismo è stato anche maestro, fondando in patria un'accademia per giovani corridori, sostiene perfino che nelle corse in linea Van Looy sia stato superiore a Merckx, che la Parigi-Tours non l'ha mai vinta, al contrario dell'altro. E poi Van Looy rimane ancora l'unico che sia riuscito a vincere tutte le 8 classiche originali (5 'monumenti' + Freccia Vallone, Parigi-Bruxelles e Parigi-Tours). In una carriera professionistica durata una ventina d'anni, nel corso della quale si è misurato, oltre che con Merckx, con rivali del calibro di Fausto Coppi, Rik Van Steenbergen, Ferdi Kubler, Hugo Koblet, Louison Bobet, Jacques Anquetil e Charly Gaul, Van Looy ha ottenuto in totale 371 vittorie, fra le quali 37 tappe nei Grandi Giri, di cui 18 alla Vuelta, 12 al Giro e 7 al Tour. Queste cifre fanno di lui il secondo ciclista più vincente della storia, dopo Merckx. Ma Van Looy, imperatore anche sulla pista dove ha trionfato in dodici Sei Giorni, rimane nella storia del ciclismo anche per aver vinto due titoli mondiali nella prova in linea, nel 1960 e nel 1961. Avrebbe potuto fare il tris nel 1963 in casa, a Renaix, ma nella volata generale che concluse quella corsa iridata fu battuto da un suo gregario, l'altro belga Benoni Beheyt, che poi dai suoi connazionali venne ribattezzato 'Il Traditore' e al quale per anni Van Looy non rivolse la parola. Anche in questo antesignano di Merckx, che nel 1968 non perdonò al suo compagno nella Faema Emilio Casalini di averlo battuto in una tappa del Giro.
B.Shevchenko--BTB