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Pizzul: l'imitatore Butinar, quando mi disse 'continua tu'
'Telecronache insieme, io che mi allenavo a farlo da ragazzino'
"Io faccio una comparsata, poi me ne vado e continui tu. Tanto nessuno si accorgerebbe di nulla". Gianfranco Butinar la voce di Bruno Pizzul l'ha imitata tante volte: attore e imitatore di professione con il grande telecronista scomparso si è cimentato anche in qualche duetto e al telefono con l'ANSA ricorda con emozione soprattutto quella frase che Pizzul gli disse in un torneo delle banche che commentavano insieme. "Ne abbiamo fatte tantissime di partite insieme - racconta Butinar -. Ma il ricordo più bello è stato conoscerlo dopo averlo iniziato a imitare già negli anni '80 con i miei amici a scuola". Insomma, un'imitazione "nata per divertimento" ma diventata "un cavallo di battaglia dei miei spettacoli". La prima volta che lo imitò fu in occasione di Inter-Real Madrid di Coppa Uefa, stagione 1985-86, finisce 3-1 per i nerazzurri con la doppietta di Tardelli. "Ma l'emozione più grande è stata incontrarlo - racconta -. Ricordo ancora a Coverciano quando commentammo una partita che finì 2-2, non ci sarebbero stati i supplementari, ma direttamente i calci di rigore. Io allora imitandolo facevo il giro dei risultati dagli altri campi per poi passare la linea a lui, l'originale. A quel punto fece una delle sue magie coniando l'ennesimo vocabolo. Disse 'Finisce 2-2, si andrà direttamente ai calci di rigore, tutto è ancora nel ventre degli dei'. Fu geniale". Per questo Butinar, ancora oggi, definisce Pizzul "il migliore di sempre". "Poi non lo vedevamo mai fuori dalle righe - aggiunge -. Mai odiato dalle due tifoserie e questo nel calcio non avviene mai". Di consigli, l'originale, non glie ne ha mai dati, anzi. "E' sempre stato un signore - dice -. E penso fosse vero quando raccontava che tra tutti quelli che gli facevano il 'verso', lui diceva così, io fossi quello che coglieva tutte le sfumature per somigliarli di più". Adesso che però Pizzul non c'è più per Butinar c'è il dilemma di chi fa il suo mestiere: smettere di imitarlo o proseguire ricordandolo. "E' sempre difficile quando succedono queste cose - conclude -. Ricordo Max Tortora che non voleva fare più Alberto Sordi dopo la sua scomparsa e in parte io feci lo stesso con Califano, salvo poi dopo qualche anno riprendere per onorarne la memoria. Su Pizzul, invece, una chiamata più di altre che ho ricevuto oggi mi ha commosso: era Eraldo Pecci che in lacrime mi ha pregato di continuare a tenerlo vivo. Oltre a sorprendermi, forse potrebbe essere una spinta nel cercare di ricordarlo con l'intelligenza della memoria, riproponendo cose improbabili. Magari con le telecronache di una partita che non ha mai fatto".
F.Müller--BTB