Berliner Tageblatt - In una mappa i trucchi di uno dei superbatteri più comuni

In una mappa i trucchi di uno dei superbatteri più comuni
In una mappa i trucchi di uno dei superbatteri più comuni

In una mappa i trucchi di uno dei superbatteri più comuni

Staphylococcus aureus, suggerisce nuove strade per combatterlo

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Una mappa racchiude ora tutti i 'trucchi' e le strategie di adattamento di uno dei batteri più diffusi nell'uomo, ma anche uno dei più pericolosi, in grado di causare infezioni anche gravi come polmoniti e intossicazioni alimentari e di diventare resistente agli antibiotici: Staphylococcus aureus, normalmente presente sulla nostra pelle e nel naso. La mappa è frutto della più dettagliata analisi genetica su vasta scala condotta fino ad oggi, pubblicata sulla rivista Nature Communications e guidata da Istituto di Biomedicina di Valencia, Università di Cambridge e Wellcome Sanger Institute britannico. I risultati suggeriscono nuove strategie per combattere questo superbatterio, migliorando prevenzione, diagnosi e trattamento. I ricercatori coordinati da Ewan Harrison, di Wellcome Sanger e Cambridge, hanno analizzato il Dna di oltre 7mila campioni di S. aureus raccolti da pelle e naso di oltre 1.500 persone: per la prima volta, dunque, i batteri non sono stati semplicemente osservati in laboratorio, ma nel loro ambiente naturale, in modo da identificare i cambiamenti genetici che permettono a questi batteri di adattarsi e prosperare nell'organismo umano. Tra i geni chiave individuati, ce ne sono alcuni associati al metabolismo dell'azoto, che è evidentemente un processo metabolico fondamentale, e altri legati alla capacità del batterio di sfuggire alle difese del sistema immunitario, ad esempio sfruttando a suo vantaggio sostanze prodotte da altri microrganismi ospiti. "Il nostro studio fornisce una nuova comprensione di come questi batteri si adattano ed evolvono per sopravvivere", afferma Harrison. "Siamo stati in grado di evidenziare mutazioni precedentemente sconosciute che danno il sopravvento ad alcuni ceppi di S. aureus. Ci auguriamo - conclude il ricercatore - che ulteriori indagini sui percorsi che abbiamo scoperto contribuiscano a migliorare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle infezioni causate da questi batteri".

F.Müller--BTB