
-
Cina, 'resteremo terra sicura per investimenti stranieri'
-
La Borsa di Hong Kong perde oltre il 12%
-
Il Bitcoin cancella i guadagni accumulati da vittoria di Trump
-
Dazi Usa: premier Ishiba, quanto prima a Washington
-
Effetto dazi prosegue, Europa verso avvio pesante
-
Prezzo oro poco mosso, Spot a 3033,93 dollari
-
Euro si rafforza, scambiato a 1,1001dollari
-
Prezzo petrolio cala ancora, Wti a 60,45 dollari
-
Ucraina, Trump: vorrei che Putin si fermasse
-
La Borsa di Taiwan perde quasi il 10%, Singapore oltre l'8%
-
La Borsa di Seul apre a -4,77%, Sydney perde oltre il 5%
-
Trump minimizza il crollo in Borsa: dazi sono 'cura necessaria'
-
Petrolio a New York sotto 60 dollari, prima volta da aprile '21
-
Calcio: Ranieri 'Giusto che smetta a fine stagione'
-
Calcio: Tudor 'Juve su strada giusta, 1-1 Roma ci dà fiducia'
-
Tennis:Alcaraz, 'pressione per l'assenza di Sinner mi ha ucciso'
-
Netanyahu a Katz, 'dare una dura risposta ad Hamas dopo i razzi'
-
Bolt, 'potevo anche essere più veloce, ora sono in pensione'
-
Calcio: Atalanta; Gasperini, qualcosa davanti s'è inceppato
-
Calcio: Lazio; Baroni, prestazione di alto livello mentale
-
Incassi Usa, record di 157 milioni di dollari per film Minecraft
-
Kiev, 'conquista di un villaggio a Sumy è fake news russa'
-
Colpo Lazio a Bergamo, Atalanta ko 1-0
-
Protezione civile Gaza, 'saliti a 44 i morti nei raid Idf'
-
Taekwondo in crescita, ad Arezzo si chiude edizione da record
-
Marmo, il glamour di Pucci sfila a Portofino
-
Pogacar vince il giro delle Fiandre
-
Calcio: Torino; Cairo, 'reazione di rabbia, speravo meglio'
-
Tennis: vince anche Darderi, suo il titolo a Marrakech
-
Ritmica: squadra assente, ma Raffaeli è bronzo in coppa a Sofia
-
Descansate Nino, jazz intenso e ipnotico del trio di Ancillotto
-
Torino: Vanoli, 'Buttati 45', ma bravi a reagire'
-
Tennis: Arnaldi subito fuori a Montecarlo, ko con Gasquet
-
Katz rivela documenti 007, 'dall'Iran 500 milioni a Hamas'
-
Il Torino riacciuffa il Verona, finisce 1-1
-
Lo scontro salvezza Empoli-Cagliari finisce 0-0
-
F1: non si presenta all'inno, multa di 20mila euro per Sainz
-
Le Pen alla sua piazza, 'non mollerò di un centimetro'
-
Cannes ultime voci, da Tom Cruise a Johansson a Martone
-
Tennis: Bove celebra sui social la vittoria dell'amico Cobolli
-
Nuove proteste a Gaza, 'basta guerra, Hamas lasci il potere'
-
Kiev, 'un uomo ucciso in un bombardamento russo su Kherson'
-
Mosca, 'nuovi contatti con Usa possibili la prossima settimana'
-
Cobolli vince a Bucarest, è il primo titolo Atp
-
Giro d'affari da 80 milioni per il mega-show di Lady Gaga a Rio
-
Tartaruga di quasi 100 anni diventa mamma di 4 piccoli
-
I Wiener Symphoniker a Trieste con la Primavera da Vienna
-
'Eden' di Ron Howard quell'utopia di un mondo migliore
-
Reply AI Film Festival 'raddoppia' e parte AI Music Contest
-
Daniele Vicari prepara Bianco sulla tragedia del Freney

Dagli ippopotami ai mammut, così il clima ha cambiato l'Insubria
In mostra i fossili scoperti tra il Po e i laghi prealpini
I cambiamenti climatici degli ultimi 200.000 anni hanno fatto sì che nell'area padana e in quella dei grandi laghi prealpini (Insubria) si alternassero specie diverse di grandi mammiferi: bisonti, cervi giganti, alci e mammut nei freddi periodi glaciali, rinoceronti, ippopotami, uri e cavalli nei più miti periodi interglaciali. A raccontarlo sono i fossili recuperati negli anni dai depositi alluvionali del Po e dai suoi affluenti sudalpini, conservati al Museo di Storia Naturale di Milano e prestati in via temporanea, su concessione del Ministero della Cultura, al Museo cantonale di storia naturale di Lugano per la mostra 'La mano del clima e la mano dell'uomo. I grandi mammiferi estinti dell'Insubria'. Nella prima parte del percorso espositivo trovano posto le specie riferibili al penultimo periodo interglaciale (130.000-71.000 anni fa): una fauna di clima temperato che comprende l'ippopotamo, il rinoceronte di Merck, nonché i primi esemplari di uro. Seguono le forme che, ben adattate al freddo, sopravvissero all'ultima glaciazione fino all'avvento massiccio dell'Homo sapiens, come l'alce, il bisonte delle steppe, il mammut, il cervo megacero, il rinoceronte delle steppe e l'orso delle caverne. Con l'arretramento dei ghiacciai nel periodo tardoglaciale (70.000-14.000 anni fa) e lo sviluppo della vegetazione nell'Olocene, si entra nella seconda parte del percorso: ricompaiono boschi e praterie, stavolta popolati da cervi, buoi e cavalli selvatici. Questi animali furono in parte cacciati e in parte addomesticati dall'uomo, il quale è diventato nei tempi più recenti il principale artefice dei cambiamenti climatici. "Ora, proprio a causa di questi cambiamenti troppo rapidi, stiamo vivendo la sesta estinzione di massa e sta a noi cercare di evitarla", afferma Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano e curatore della mostra. "Vogliamo dare al visitatore un forte messaggio da portare con sé, che lo renda consapevole del fatto che i cambiamenti climatici toccano la vita presente di tutti noi". La mostra resterà aperta a Lugano per un anno, a partire dal 3 marzo.
S.Keller--BTB