Berliner Tageblatt - Registi e sceneggiatori under 35, 75% sotto la soglia di povertà

Registi e sceneggiatori under 35, 75% sotto la soglia di povertà
Registi e sceneggiatori under 35, 75% sotto la soglia di povertà

Registi e sceneggiatori under 35, 75% sotto la soglia di povertà

"Non chiamateci giovani" dicono gli associati WGI-100Autori

Dimensione del testo:

Il 75% di registi e sceneggiatori under 35 vive sotto la soglia di povertà di 15mila euro l'anno. Con il 50% degli sceneggiatori che guadagna meno di 5mila euro all'anno e la metà dei registi che non arriva a 7mila euro annuali. Sono i dati del sondaggio "U35" degli Associati WGI-100Autori 2024 che hanno realizzato uno studio su un campione di 161 sceneggiatori e registi, ovviamente uomini e donne. Li porteranno venerdì 30 agosto 2024 al Lido di Venezia per denunciare le conseguenze, dirette e indirette, dell'erroneo accostamento fra età anagrafica ed esperienze professionali e formative maturate. "Siamo nuovi professionisti, non giovani e siamo stanchi di essere considerati tali" dicono gli sceneggiatori e registi under 35 di 100autori e WGI che dall'autunno 2023 si sono uniti per "costruire una nuova coscienza collettiva e far luce sulla condizione generale della categoria". Non a caso l'incontro a cura del collettivo under 35 trasversale 100Autori e WGI, con la partecipazione di Anac nell'ambito della XXI edizione delle Giornate degli Autori, con il sostegno di Siae, si intitola "Non chiamateci giovani". Denunciano le conseguenze legate all'abuso della parola giovane: "oggi vengono indistintamente definiti giovani anche registi e sceneggiatori quarantenni, autori e autrici anche alla loro opera terza che fanno fatica ad essere riconosciuti come tali, incastrati nella definizione di giovane autore o sceneggiatore junior. L'uso spesso illecito della parola 'giovane' è chiaramente un problema ingombrante che va a costituire un problema di legittimazione". L'impatto è infatti "devastante": svalutazione artistica, mancanza di fiducia dai propri interlocutori, limitazione della libertà espressiva, limitazione del potere contrattuale, pur trattandosi di nuovi lavoratori altamente professionalizzati. "Sottrarre fiducia alle nuove generazioni di registi e sceneggiatori significa compromettere la qualità futura dell'audiovisivo italiano" protestano gli autori che hanno organizzato la tavola rotonda, coordinata da Raffaele Grasso, Silvestro Maccariello e Luca Scivoletto, moderata da Boris Sollazzo e resa possibile grazie al sostegno di Siae. E dove interverranno Ciro De Caro (regista), Lorenzo Fiuzzi (produttore), Valerio Mieli (regista), Carolina Pavone (regista), Re Salvador (sceneggiatore), Francesca Zonta (sceneggiatrice). L'obiettivo del panel è portare all'attenzione pubblica un problema sottaciuto e sottovalutato, provando a fornire, attraverso il dialogo, proposte per invertire la rotta e tentare di trovare nuove strade per l'utilizzo del relativo posizionamento della definizione di "giovane" così come restituire la dignità professionale ai nuovi professionisti e alle nuove professioniste dell'audiovisivo italiano.

Y.Bouchard--BTB