Berliner Tageblatt - Baglioni, 'il mio volo in solitaria verso il gran finale'

Baglioni, 'il mio volo in solitaria verso il gran finale'
Baglioni, 'il mio volo in solitaria verso il gran finale'

Baglioni, 'il mio volo in solitaria verso il gran finale'

Parte da Roma il tour teatrale SoloTris, 'ma non ci sarà quater'

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(di Giorgiana Cristalli) "E quando arriverà l'ora della mia uscita di scena so che da me lei non uscirà". Ne è consapevole Claudio Baglioni e lo canta nel pezzo manifesto 'Uomo di varie età' che apre la scaletta della trasvolata in solitaria intitolata Piano di Volo SoloTris, il tour che lo vede protagonista per l'ultima volta nei grandi teatri lirici italiani. "Non ci sarà un 'quater'", promette subito, mentre lo investe un boato di affettuoso dissenso dai fan. L'occasione è il debutto al Teatro dell'Opera di Roma, la sua città, subito sold out. "Tre anni fa sono partito proprio da questo teatro", dice, ricordando che è il 157/o concerto di questo giro da solo che chiuderà con un totale di 300 date la più lunga delle sue tante tournee in solitaria, preceduta da Assolo (1986), Incanto (2001), Diecidita (2011-2012-2013). Una carriera costellata da numeri da capogiro tra record discografici e live pionieristici come quelli negli stadi. Una marcia trionfale, "il giro d'onore", verso l'addio al palco che non è vicinissimo visti gli impegni e il toto location sulle prossime mosse live. Un viaggio nel tempo, oltre mezzo secolo, ripercorso in più di tre ore di musica e parole attraverso una quarantina delle sue canzoni che hanno fatto sognare e innamorare più generazioni. "Claudio, sposami" urla una voce di donna da un palco. "Lo so, sono un buon partito" sorride lui mentre si diverte, canta, suona, sperimenta, racconta, mostrandosi spontaneo e di buon umore. Non si risparmia, neanche vocalmente, spingendo subito forte con le acrobazie vocali del secondo e terzo brano in scaletta, 'Dieci dita' e 'Le vie dei colori'. "Sfida, incanto, stupore" sono le parole che usa per raccontare il ritorno sulla scena dopo il rinvio del debutto, previsto ad Assisi, per una fastidiosa tendinopatia. Sorprendono i fasci di luce disegnati da Carlo Pastore in teatro per scenografare i brani, raggiungendo in alcuni frangenti anche il pubblico in platea e sui palchi. Tanti colori, con la prevalenza di eleganti immagini in nero e oro all'inizio, per giocare subito dopo con luci azzurre, raggi come in 'Notte di note, note di notte', cerchi concentrici e onde per 'Acqua nell'acqua' e 'Acqua dalla luna', atmosfere oniriche alternate a scenari metropolitani con skyline e luci intermittenti all'interno dei palazzi. Un'alternanza tra gioia, malinconia, sogno, abbandono, speranza, con il filo conduttore dell'amore, declinato nelle sfaccettature più romantiche delle sempreverdi 'Con tutto l'amore che posso' e 'Amori in corso' o della struggente 'Mal d'amore', e più passionali con 'Domani mai' e 'Pioggia blu'. Il blu,"un colore freddo, malinconico, misterioso", dice Claudio. Trascina la voce in un gran finale su 'Fotografie', poco dopo la malinconia di 'Mai più come te', 'Quante volte' e 'In un'altra vita' prima della sorpresa di 'Strada facendo', unico pezzo in cui si accompagna alla chitarra. Nel racconto autobiografico fa capolino Palazzo Barberini, intravisto dall'auto nel percorso da casa al teatro, con il ricordo di Claudio bambino che si esibisce per la prima volta in una grande sala e il tempo che tradisce, confonde, con la differenza che allora c'erano mamma e papà ai quali oggi va un accorato grazie introducendo 'Solo'. Nei medley, tre come i pianoforti, sono racchiuse tante hit, da 'E tu' a 'Questo piccolo grande amore'. Baglioni ostenta qualche piccola incertezza, anche strategica, perché, ironizza, "quelli troppo sicuri alla gente stanno un po' sulle scatole e io voglio ingraziarmi il pubblico". Tenta di alzare l'asticella, sempre, in una perenne sfida con se stesso e alla ricerca ossessiva della perfezione. Del resto, confessa, "la prima è rognosa mentre l'ultima è nostalgica". Dopo la magia di 'Avrai' e 'Mille giorni di te e di me', la chiusura, come da tradizione, è con l'inno corale 'La vita è adesso'. Il pubblico corre sotto il palco, un'ultima stretta di mano e l'uscita di scena, ma a Roma si replica, sempre al Teatro dell'Opera, il 12 maggio e il 27 ottobre.

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A.Gasser--BTB